Da sempre l’essere umano ha trovato nell’attività sportiva uno un modo per ridurre l’aggressività e per sfidare sé stesso e gli altri in modo non violento.
Negli ultimi 100 anni, circa, però, lo sport ha avuto un cambiamento epocale.
Prima di tutto, da fenomeno di élite, fare sport si è trasformato in un’attività altamente diffusa. Gli sportivi amatoriali sono sempre di più e la passione di chi corre o gareggia per diletto non è certo inferiore a chi lo fa a livello professionale.
Di conseguenza sono evoluti sia il modo che la tecnica di fare sport.
Le foto dei campioni dei primi anni del '900 oggi fanno sorridere per l’abbigliamento tutt’altro che tecnico o aerodinamico, ma anche la struttura fisica degli atleti non è paragonabile a quella odierna.
L'atleta è una “macchina raffinata”
L’atleta professionista, attualmente gode del supporto di studi medici e scientifici che possono essere paragonati a quelli per mettere appunto un’auto sportiva o un macchinario tecnologico.
Gli studi fatti sul corpo umano, hanno portato a superare i record che solo 100 anni fa erano considerati irraggiungibili e le nuove tecniche hanno come conseguenza attività altamente performanti, ma anche una tensione sempre più forte delle aspettative degli atleti e del comparto che attorno ad essi si muove.
Il lato oscuro dello sport
La tensione verso il superamento dei propri limiti, della barriera dei record e dell’avversario ha portato troppo spesso a trasformare il sano agonismo in una lotta di distruzione verso se stessi con uso di sostanze dannose per l’organismo che però aumentano le prestazioni fisiche.
Il doping è una delle più grandi piaghe dello sport moderno che ha portato alla squalifica di molti atleti e a gravi malattie ad altri. Se alcuni sport particolarmente faticosi sembrano essere stati più colpiti, va riconosciuto che la lotta al doping è presente in tutte le discipline e la tentazione verso una scorciatoia veloce, ma dannosa, è sempre presente per tutti gli atleti
Quando si pensa al doping, in linea di massima, si pensa a una pratica scorretta che favorisce alcuni atleti in modo truffaldino e poco leale. Ma le sostanze dopanti hanno importanti ripercussioni sull’organismo delle persone che ne fanno uso costante e che poi, al termine della prestazione, si trovano ad avere danni anche gravissimi sulla salute.
La sana competizione e i progressi della scienza
Lo sport non è solo agonismo nei confronti di un avversario ma anche una sfida costante verso il superamento dei propri limiti: è la tensione verso qualcosa di più.
La scienza e la tecnologia hanno fatto tanto in questa direzione, anche per aumentare le prestazioni sportive. Basti pensare alle attività fatte in modo specifico per sviluppare alcuni muscoli, gli esercizi sulla respirazione o i progressi della chirurgia e della riabilitazione che permettono di tornare a svolgere le attività agonistiche, anche sotto sforzo, in pochissimo tempo e a livelli impensabili in passato.
La soluzione per ottenere le migliori prestazioni sportive, senza danneggiare il nostro corpo, risiede proprio nella ricerca e nell'applicazione della scienza medica.
Lo studio dell’organismo, del suo funzionamento e delle sue sinergie, è ciò che permette lo sviluppo di tecniche per aumentare le prestazioni sportive, senza danneggiarsi, e risolvere alcuni dei limiti fisici che penalizzano le performance.
Professionisti a supporto dello sportivo
La prima cosa da fare se si vuole essere più performanti, è un check up che per essere completo oltre all'esame del sistema muscolo scheletrico, dal professionista di riferimento, comprenda anche un controllo dall'odontoiatra e dall'otorinolaringoiatra, in quanto i recettori dell’equilibrio sono posizionati proprio nella parte interna dell’orecchio
Una visita dentistica e odontoiatrica possono risolvere non pochi problemi a coloro che praticano sport. La mandibola e i denti sono una parte importante del sistema scheletrico e un loro malfunzionamento o malattia, possono alterare anche le prestazioni fisiche. L’odontoiatra, con uno studio mirato del morso, controlla e corregge sia i problemi posturali che quelli legati alla respirazione, migliorando di fatto l’ossigenazione e riducendo l’affaticamento.
Vi sono però alcuni dispositivi medici che possono davvero aumentare le prestazioni fisiche di uno sportivo, senza l'utilizzo di agenti chimici e di medicinali dopanti.
I nuovi dispositivi nanotecnologici
Molti sportivi professionisti ultimamente si stanno servendo di dispositivi medici che però non rilasciano alcun tipo di sostanza chimica o farmacologica e quindi non sono considerati dopanti e, soprattutto, non sono nocivi per l’organismo.
Si tratta di dispositivi nanotecnologici che rilasciano energia fotonica e che devono essere posizionati in punti specifici individuati a seguito della visita di un professionista specializzato.
L’effetto di questi dispositivi è molteplice. Principalmente favoriscono la percezione del corpo nello spazio e durante il movimento (propriocezione). In questo modo, con l’ausilio di questi dispositivi si ottiene un aumento dell’equilibrio, una corretta postura, un appoggio plantare migliorato. La distensione e il rilassamento delle parti del corpo contratte, inoltre favorisce la flessibilità e rende più fluido il movimento.
Il vantaggio dell'assenza di controindicazioni
Trattandosi di dispositivi nano tecnologici senza rilascio di sostanze, ma solo di onde fotoniche (le stesse che sono presenti nel sole) della stessa lunghezza d’onda di quelli usati dalle cellule per comunicare tra loro, non esistono controindicazioni di alcun tipo, l’utilizzo non è considerato dopante e non danno alcun tipo di dipendenza.
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